Storia e Territorio
Gallicano è uno degli insediamenti della fascia pedemontana dei Monti Prenestini, situato in una posizione molto pittoresca, fra le gole di due torrenti, traversate dagli archi dell’Acquedotto Claudio.
Ha origini remote, confermate dai resti di un’antica strada romana (vd foto) e dai numerosissimi reperti storico archeologici che ancora oggi si possono trovare sui colli che lo circondano.
Un territorio inciso profondamente nel tempo dall’erosione dei corsi d’acqua, per la maggior parte a carattere torrentizio, che, discendendo dalle cime collinari, si ramificano a valle, producendo profondi solchi nel terreno e lunghi speroni che si diradano in ampi terrazzamenti.
L’abitato di Gallicano è tutto posto su un colle di tufo litoide a 251 metri sul livello del mare, fra due torrenti e si unisce, come un istmo verso Est, alla frangia che si prolunga verso Palestrina, a Ovest, fino all’Aniene, frastagliato da numerosi scogli. Ciò che risalta le sue caratteristiche di punto inespugnabile, è l’ubicazione su un colle di tufo oblungo, affacciato a nord-est su due valloni che riprendono quota trasformandosi rispettivamente in un terrazzamento naturale alla stessa altimetria del paese, e in un pianoro leggermente rialzato sul corso del fiume.
Il sito, scelto nell’atto fondativo per il doppio sistema di difesa naturale che lo caratterizza, i due fossi e le pareti scoscese dello scoglio tufaceo, è l’elemento di riferimento costante della struttura urbana, in ognuna delle varie fasi di sviluppo. Infatti, per quanto riguarda l’urbanistica gallicanese, risulta decisivo il ruolo svolto dall’asse viario e dalle altre strade maggiori e il rapporto che con questo stabiliscono gli edifici più importanti nel nucleo più antico. L’asse principale si snoda in linea dorsale da cui, a pettine, si ramificano le strade di penetrazione al tessuto residenziale: la Chiesa di San Rocco è centrale a questa posizione dell’abitato.
Fra il Palazzo Baronale e la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo sta il Borgo Rospigliosi con le due quinte edilizie continue. Infine, l’ultimo segmento dell’insediamento, organizzato negli spazi derivati dallo sdoppiamento della direttrice principale. L’antico insediamento di Gallicano nel Lazio sicuramente si trovava all’interno del perimetro che competeva l’area della Villa di Cesare che si estendeva fra le vie Prenestina e Casilina, e delle altre ville patrizie che le facevano da corona. Dopo alterne vicende fu definitivamente sottomessa dai Romani nel 417 a. C., condotti da Furio Camillo. Qui vi ebbe un fondo il nobile Gallicano, console e amico di Costantino il Grande, da cui probabilmente deriva il nome moderno.
Nel sec. X Gallicano è già un castello, come risulta dal diploma di Ottone III, che ne conferma l’attribuzione al Convento di S. Andrea al Celio. Questa conferma è poi rinnovata da Giovanni XVIII (1005), Benedetto VIII (1015) e Leone IX (1051).
Nel sec. XI, dopo una breve appartenenza al Monastero di S. Paolo (bolla di Gregorio VIII del 1081), ritorna al Convento di S. Andrea al Celio.
Durante i secoli XII e XIII, divengono signori i Colonna per i servigi resi a Pasquale II nella lotta delle investiture.
All’inizio del XV secolo sono signori di Gallicano Giovanni e Niccolò Colonna, che tentano invano di espugnare Roma con alterne vicende fino al 1435, anno in cui si perviene ad un accordo di pace fra gli Orsini, i Colonna e il Pontefice. Ma già l’anno successivo il trattato viene infranto: Lorenzo Colonna si allea con i Savelli per espugnare Roma. Giovanni Vitelleschi, inviato dal Papa a sedare la rivolta, sconfigge i Colonna e i Savelli, li insegue fin nelle loro terre ed espugna Passerano, Gallicano, Zagarolo e S. Giorgio. In seguito Gallicano ritorna nuovamente in possesso dei Colonna che si riappacificano con il Papa Eugenio IV. Nel 1622 Pierfrancesco Colonna vende Gallicano al Cardinal Ludovisi, che a sua volta lo rivende nel 1670 a G.B. Rospigliosi, passando successiva mente da questi al suo secondogenito del ramo Pallavicini-Rospigliosi.
Fino al 1848 Gallicano resterà ai Pallavicini-Rospigliosi, anno in cui questi sono costretti a cederlo a Pio IX.
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